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  1. Giorgio Paliaga
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    Grazie del bel ricordo !

    Vorrei aggiungere qualcosa, retrocedendo nel tempo, alla fine degli anni ’50, davanti a quello che poi diventò il cinema Ariston ( il più bello di Pisa, che meriterebbe altro racconto), giaceva uno spiazzo colmo di macerie.
    L’angolo tra via Pascoli e Via F.Turati era stato completamente distrutto dai bombardamenti della 2a Guerra Mondiale. Solo la fila dei palazzi che davano sul corso Italia erano rimasti miracolosamente in piedi.

    Le macerie erano poi state spostate nell’angolo verso la chiesa del Carmine, poi sgomberate, e il piazzale così creato era diventato sede quasi permanente delle “carrozzine”, un luna park insomma.

    Il Rossino dello zucchero filato, allora giovane, nell’inverno, con la mamma, donna corpulenta e rossa anche lei di capelli, avevano un banco di dolciumi, in quel luna park, a ridosso del retro dei palazzi di Corso Italia.
    Di fianco al banco il Rosso teneva una motocicletta, una Guzzi, rossa anche lei, che curava amorevolmente.
    C’era alle volte l’autoscontro, o meglio ancora le automobiline che correvano su una pista ad 8.
    Alla sera si poteva correre con godimento su quella pista, senza impicci.
    Giri lunghi e veloci !! Era il grido del gestore per racimolare gli ultimi spiccioli della giornata. Dall’altoparlante uscivano le note e la voce di Tony Dallara. Ghiaccio bollente sei tuuuu.. e il vento fresco della sera era pieno di promesse.

    Il rosso dello zucchero filato lo ritrovavi in estate a battere le spiagge al grido di “cocco belloo”
    sempre accompagnato da “bimbi piangete che mamma ve lo compra”

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