Smaltita la rabbia per l’ennesima partita buttata via dopo il 90° ringrazio sempre quel giorno di tre anni fa quando, pieno fino all’orlo di leggere commenti deliranti sui social, decisi di uscire definitivamente da Facebook (ah, ‘un lo sapevi ? LEGGI QUI allora). Purtroppo però ormai l’abitudine di dare fiato alla bocca ce l’hanno anche i muti e io dopo il triplice fischio, recitato il rosario di moccoli versione completa, quello che sfodero solo per le grandi occasioni, ho pensato : te l’immagini ora nei vari gruppi di supertifosi del Pisa (quelli che sortono fòri dal nulla dopo una vittoria, che spariscono dopo due sconfitte e che risortano fòri ai playoff per poi abbonarsi se li vinci ma stare a casa alla tv quando piove o fa freddo … insomma quelli che ‘un fanno a tempo a comprà un biglietto che gli fanno la foto e la stioccano su FB e che poi ti lasciano senza te che magari non fai a gara a chi posta per primo la foto del biglietto ma il Pisa è qualche anno che lo segui indipendentemente da risultati, categorie e condizioni meteo), insomma, chiusa parentesi acido-sfavata, mi son chiesto, ma te l’immagini ora in quei gruppi la marea di cazzate che sortono fòri ?

Perché una cosa è certa,  a Pisa per i pisani il Pisa è importante. La squadra è sentita come una cosa propria, di ognuno di noi. Ognuno la sente sua, ognuno è un pò geloso anche del tifoso a fianco e quando va tutto bene siamo tutti amici e fratelli di sciarpa, ma se qualcosa va storto allora inizia la sagra del chi è più tifoso. Se critichi sei un “bubbolatore” (altro termine inflazionato dopo le sconfitte e affibbiato a chi ha l’ardire di lamentarsi da chi si sente un vero amante del Pisa), se offendi non vuoi il bene del Pisa, se batti troppo le mani sei un bischero perchè a batte’ sempre le mani poi i gioatori se n’approfittano, se dici “l’avevo detto io” sei un gufo e se fischi sei un livornese.

Come in tutte le cose credo che ci voglia un pò di equilibrio e tutto questo delirio non è un caso che si scateni sui social, perchè davanti alla tastiera con le dita che vanno a mille cariàti dal nervoso d’ave’ perso ancora una volta nei minuti di recupero, si scrive ciò che al bar ragionando a quattr’occhi, non si direbbe. E’ naturale. Quando si ragiona in mezzo alla gente, in genere si adopera un pò di equilibrio nei giudizi, nei commenti e anche nei complimenti. Sui social no, sui social l’equilibrio è un concetto sconosciuto.

Sicchè ieri dopo aver perso ancora una volta contro l’Empoli nei minuti di recupero (successe anche all’andata, all’Arèna) si è evidenziata la crisi collettiva sui social e il ragionamento è semplice. La classifica è corta, se vincevi eri in zona playoff e la gente iniziava già a prendere i giorni di ferie in vista delle gare decisive per l’ormai certo salto in serie A, ma hai perso è sei a due punti dalla zona per i play out con conseguente rammarico per la certa retrocessione e il ritorno in lega pro insieme ai cugini livornesi che nel frattempo sono tornati a interessarsi al basket. Nel mezzo ci sono quelli che devono dimostrare quanto bene vogliono al Pisa e fanno gli amanti saccenti che “guai a criticare” la squadra, a dire che tizio è poo bòno, e a elogiare in maniera altrettanto fuori luogo una squadra dopo una sconfitta che non brucia, ma fa girare le palle a dugènto all’ora.

Io ho ragionato, come tutti i pisani interessati alla squadra (perchè c’è anche quelli snob che, oibò il Pisa, il calcio, roba da ghiozzi) ma l’ho fatto incrociando amici per la via, al telefono, al bar, in pausa pranzo davanti a un piatto di penne all’arrabbiata e mezzo litro di rosso della casa, o al lavoro, tutto polveroso insieme al tecnico del telefono incrociato per caso e a malapena riconosciuto perchè abituato a vederlo in gradinata in tenuta da stadio.  E devo dire che è troppo più bello.

Ma questo lo sapevo già.
Meditate gente, meditate … come diceva il buon Renzo Arbore davanti a un boccale di birra fresca.