I Penzieri der Cassisa

Shut Up !!

Qualche giorno fa mi è capitato di sentire alla radio una famosa canzone dei Black Eyed Peas intitolata Shut Up. La ascoltavo ballettando il piede a ritmo e mi domandavo cos’è che sotto sotto mi smuoveva. Sai quando c’è qualcosa che scodinzola nel polverone dei ricordi come se volesse sortire fuori ma non ce la fa perchè ha bisogno di una mano ? Generalmente se una canzone è collegata ad un certo evento, quello esce fuori prepotentemente portandosi dietro ricordi, odori, suoni, profumi e sensazioni, ma in questo caso la canzone in oggetto non mi apriva nessun cassetto. Poi di colpo l’illuminazione. Era il titolo, non la musica, a riportarmi indietro di trentacinque anni.

Era d’estate e i miei genitori mi organizzarono una vacanza studio in famiglia a Cambridge a, dice, imparare un po’ di inglese ospite di una famiglia. Fu un’esperienza bellissima che mi porto ancora dentro. Episodi che negli anni ho riportato alla mente riparlandone con qualche amico che condivise con me quel viaggio, o ai miei figli sempre curiosi di sapere cosa combinavo da giovane, sono davvero tanti. A quel tempo ascoltavo assiduamente la musica delle mie cassette infilate nel mitico “walkman” e quando tornai a casa in valigia c’erano anche due dischi appena usciti : “Born in the Usa” di Bruce Springsteen e “Brothers in Arms” dei Dire Straits, il secondo dei quali in Italia ancora non si trovava. Nello zainetto giravo con Rod Stewart, Howard Jones, Phil Collins, Simple Minds e ad essere sincero l’inglese lo imparavo più ascoltando la musica che seguendo le lezioni che seguivo distratto pensando già al pomeriggio che mi attendeva in giro con gli amici italiani.

I Black Eyed Peas non esistevano e il tipo di musica era ben diverso così come le acconciature e le mosse sul palco degli artisti ma il collegamento al titolo che mi ha riportato a quei giorni è legato a un pomeriggio in cui ci organizzammo per una nuotata nella piscina di Cambridge. Armati dei nostri zainetti Invicta a righe orizzontali colorate, un paio di ciabatte e un accappatoio, andammo tutti insieme, noi del gruppo degli italiani, a passare un pomeriggio in acqua. La piscina era molto bella, era coperta e aveva un paio di trampolini, posti a diverse altezze, con in quali ci divertimmo a fare i fenomeni, almeno fino alla prima panciata da quello più alto, poi esaurite le figure di merda abbandonammo le esibizioni, dato che i tuffi se non li sai fare, son più belli dal bordo che dal trampolino. Io personalmente mi avventurai in quello più alto, era flessibile e questo non lo calcolai dato che fermo sulla punta, dopo essermi dato lo slancio per tuffarmi, il trampolino mi spinse le gambe facendomi fare la capriola in aria, assolutamente non voluta, e quando toccai l’acqua con la schiena mi accorsi che il mondo dei tuffi non faceva per me.

A bordo vasca c’era il bagnino che quel giorno, con il nostro gruppo, aveva da fare più del solito. Dopo un po’, resosi conto che eravamo pericolosi per noi e per gli altri, ci impedì l’accesso ai trampolini. Noi proseguimmo a fare confusione tuffandoci dal bordo, quasi sempre a bomba per schizzare il malcapitato di turno che, in acqua veniva sovrastato dagli schizzi di chi gli si tuffava appositamente a due centimetri. Tra schizzi e calcagnate sotto il pelo dell’acqua il casino che facevamo è facilmente immaginabile, oltretutto amplificato dalla copertura della piscina, con il risultato che le grida, gli urli, le risa e qualche moccolo, tutto in italiano, per la maggior parte di Pisa. Ripensandoci l’atmosfera era davvero insopportabile per chi si era recato in piscina per farsi una nuotata in santa pace. Questi bimbetti italiani stavano rompendo senza dubbio i coglioni, e nemmeno poco.

Ad un certo punto un grido spaventoso ci gelò il sangue e riportò la piscina in un improvviso, quasi grottesco silenzio di tomba : “Shut Up !!!!!”. Il bagnino incazzato nero, con la sua maglietta rossa, si era stancato di dirci con calma di fare per bene e rispettare anche gli altri così sfogò la sua rabbia con quell’urlo che, esaurito il rimbombo, lasciò tutti di stucco e in assoluto, rigoroso silenzio. Al grido di stare zitti (al quale qualsiasi bagnino italiano avrebbe fatto seguire un moccolo nel proprio dialetto preferito) non aggiunse altro e questo ebbe più peso che se avesse proseguito gridando e rimproverandoci. Forse aveva intuito che troppe parole non le avremmo nemmeno capite ma il suo Shut Up gridato con disperazione ci fece capire che se avremmo insistito probabilmente avremmo riscosso anche un paio di pedate nel culo date per bene.

Così lentamente, dopo aver diligentemente eseguito qualche vasca a stile libero, andata e ritorno, con calma sbattendo i piedi piano per non fare rumore, con la scusa che la pelle iniziava ad essere “vizza” e le labbra tendenti al viola, uno alla volta uscimmo dall’acqua e passando alla larga dalla postazione del bagnino imbelvito, lasciammo la piscina.

Negli spogliatoi allentammo la tensione con delle fragorose risate, quasi isteriche, ma senza esagerare. Quel grido ci era bastato e ci era avanzato. “Oh bimbi, facciamo piano perchè se viene qui il bagnino ci chiappa a labbrate e ci gonfia come delle zampogne !”.

Ogni volta che capito in una piscina, osservo i ragazzi che si divertono tuffandosi, schizzandosi senza tregua e facendo una innocente confusione tipica della gioventù. Innocente fino a quando non oltrepassa il limite … come facemmo noi quel pomeriggio.

Ecco cosa voleva ricordarmi quella canzone dei Black Eyed Peas.
Shut Up.

La foto l’ho presa dal Web
Shut Up !!ultima modifica: 2018-04-09T09:59:25+02:00da
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