I Penzieri der Cassisa

Leva le mani di tasca !

Levati le mani di tasca !
Credo sia una frase che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si sarà sentito dire.
Mio padre me lo diceva ogni volta che c’era da fare qualcosa, qualsiasi cosa, anche la più insignificante, se per caso durante l’impegno, anche solo per una pausa, osavo infilare un dito in tasca. E se, per abitudine o per dimenticanza, mi ricapitava e riprovavo a mettere una manina al caldo il suo tono cambiava : “ti levi quelle mani di tasca ?”. Dopodichè due volte con mio padre bastavano e avanzano, sicchè non capitava più.

Una volta, addirittura, questa frase me la sentii dire da un compagno di classe del liceo proprio mentre ero alla cattedra durante una interrogazione di chimica, in piena scena muta e con le mani in tasca davanti alla prof.  Se ci ripenso, che patte che mi darei.
Crescendo è capitato a me di ripetere questa frase, lavorando, con qualche ragazzotto giovane con la paura di perdere gli anelli e la tendenza a tenere le mani al sicuro anziché adoprarle per darsi da fare.

Non c’è niente da fare, è un atteggiamento tipicamente maschile, un po’ indolente, che irrita, non solo sul posto di lavoro ma anche in tutte quelle situazioni in cui è richiesta un minimo di formalità.
Nessuno fa caso se una persona se ne sta tranquillamente con le mani in tasca al bar, in discoteca, in coda alle poste o in qualsiasi altra situazione in cui non è richiesta una naturale, benchè minima, formalità. Anche allo stadio, quando non servono per batterle a ritmo o per applaudire una bella azione, possono stare comodamente in tasca. Basta non essere l’allenatore del Pisa.

Perchè sembrerà una cosa esagerata, e forse lo è, ma l’abitudine del nostro allenatore Pazienza di tenere le mani sempre e costantemente nelle tasche della tuta, senza tirarle fuori mai, un pochino inizia a irritare il pubblico pisano. Questo anche perchè l’allenatore di una squadra di calcio generalmente lo si vede in piedi, sempre in tensione scalmanarsi, smanaccare, gesticolare, gridare indicazioni, parlare con la panchina e far fatica a restare all’interno del suo spazio delimitato e indipendentemente dal risultato della partita. Mi ricordo stesso atteggiamento in un giovane predecessore, anch’egli proveniente dalla berretti, ma che rimase poco in prima squadra, Amoroso.

Sugli spalti nelle ultime domeniche, ma anche fuori parlando della situazione della squadra, è un continuo sentir critiche al mister più per quella sua fastidiosa abitudine che per le, spesso discutibili, scelte tecniche. A Grosseto, contro il Gavorrano, con i padroni di casa in vantaggio dalla curva ospiti sentivamo gridare il mister avversario Favarin mentre il nostro poco più in là nella classica posa da spettatore disinteressato, per nulla coinvolto, in piedi e … con le mani in tasca.

E’ paradossale secondo me questa situazione ma a me ha fatto riflettere su un’abitudine innocua ma che, come già mi insegnò a suo tempo mio padre, non è segno di buona educazione.
Sfogliando un po’ le pagine del web ho scoperto che il galateo vieta di tenere le mani in tasca, mentre se si va a fare un’analisi piscologica del gesto, medici, piscologi e tuttologi indicano in questo gesto la tendenza a voler nascondere qualcosa. In alcuni paesi, addirittura, è un atteggiamento grave con il quale si rischia anche il licenziamento. Di certo non è consigliabile presentarsi ad un colloquio di lavoro con le mani in tasca dando l’impressione di essere già stanco al solo pensiero di iniziarlo quell’eventuale posto di lavoro.

Sicuramente nel nostro caso incide l’andamento poco convincente della squadra e se fossimo primi in classifica probabilmente, pur notando l’abitudine in questione, saremo qui a scherzarci su senza dargli alcun peso particolare.
Ma quando in campo si vede una squadra che a volte sembra non sapere da che parte andare, in attesa di ricevere una qualche indicazione, se colui che la guida se ne sta a guardare con le mani in tasca, beh, l’impressione è, come si dice a Pisa ? Si, quella lì, l’impressione che gli importi una sega tanto in campo ci vanno i giocatori.

Ora io non credo che la società giudichi un allenatore dal fatto se tiene le mani in tasca oppure no, ma che siano fondamentali i risultati, ma quando una squadra appare un po’ in imbarazzo, spaesata e bisognosa di scrollarsi di dosso una certa inspiegabile insicurezza, forse son meglio un paio di patte che le mani sprofondate nelle tasche. A meno che non ci sia un calcio d’angolo in pieno recupero, allora in quel caso se tutti i maschi presenti, allenatore compreso, si mettono di corsa le mani in tasca, quella si chiama scaramanzia e ci vuole.

Il Mister mentre si agita in panchina a Pistoia durante Pistoiese Pisa (0-1) del 20.03.18

Leva le mani di tasca !ultima modifica: 2018-03-18T10:17:17+01:00da
Reposta per primo quest’articolo