I Penzieri der Cassisa

La maleducazione gira in branco

No, non è l’età, lo sono sempre stato, per cui prevengo ogni commento a priori.
Non sopporto i luoghi affollati, non amo le moltitudini, fuggo a gambe levate dai buffet (e QUI vi spiego anche ammodìno il perchè), odio far la coda e la faccio solo se necessario, tipo se sono in macchina e ancora ‘un hanno inventato l’elica come quella degli elicotteri per levarmi in volo e uscirne, oppure se sono alle poste e devo pagare la bolletta che oltre tre solleciti mi staccano la luce e anche se per me si potrebbe anche anda’ avanti con le ‘andele, la corrente fa sempre comodo. Scanso con studiato metodo i locali pubblici il fine settimana e al cinema o in pizzeria di sabato sera sarà difficile che mi ci sborniate, salvo rari casi eccezionali in cui mi adeguo alla volontà della maggioranza che in casa mia spesso raggiunge i tre contro uno.

Ora a qualcuno di voi, particolarmente esperto di psicologia sarà venuto in mente che sono affetto da Agorafobia, che abbia problemi di relazioni con il prossimo, che esca malvolentieri dalle mura di casa, che lo stare in mezzo alla folla mi provochi crisi di panico o cose del genere.
No no. Ancora una volta mi tocca smentirvi perchè dopo aver letto bene la definizione che si trova in rete di agorafobia, non ho quei sintomi e in mezzo alla folla non mi prende il panico ma solo un grandissimo giramento di coglioni che, questa volta sì, con l’età è aumentato ma sempre grazie alla raggiunta esperienza (almeno dal punto di vista di anni che sono al mondo) riesco ad arginare cercando lucidamente soluzioni e vie di fuga senza prendere a calci nessuno, ma in buon ordine.

In realtà, e chi mi conosce bene può confermarlo, io amo stare con la gente, ho tanti amici, una infinità di conoscenti e in casa rinchiuso ci sto bene solo quando fuori piove.
Il fatto non è che io odio la folla in sé per sé. Io non sopporto la gente che la compone.
Io odo le moltitudini di persone perchè non sopporto la maleducazione. E quando di gente ce n’è tanta tutta insieme, i maleducati prosperano, si ergono, si illuminano come uno starlight in mezzo al mare di notte. E’ questo il punto. Facile no ?
Stesso motivo perchè sono uscito dal simpatico baraccone chiamato Facebook, dove il peggio del peggio della gente viene fuori spesso mascherato, infiocchettato e zuccherato da cosa bella.
Non c’entra nulla la psicologia, la patologia, l’agorafobìa o il cane della su’ zia.

Qui è una questione che al mondo d’oggi se hai un minimo di buona educazione, se sai stare al posto tuo, se sei abituato a chiedere permesso, a salutare e ringraziare le persone, a non disturbarle permettendo ai tuoi figli o, peggio ancora, ai tuoi canini adorati, di distruggergli i timpani, annusargli le caviglie o pisciargli sulle ruote della macchina appena lavata, sei fuori posto.

Se non sgomiti, resti indietro,
se non gridi nessuno ti sente,
se non passi avanti non arrivi prima della chiusura,
se non ti fai raccomandare da solo non ce la fai,
se non infrangi le regole sei un coglione,
se sgridi un figlio che sta disturbando sei un orco,
se ti lamenti con chi permette al proprio cane di pisciare ovunque, sei contro gli animali,
per non parlare del codice della strada, dove più sei maleducato e ignorante e più grossa è l’auto che guidi (non me ne voglia chi guida auto grandi e conosce il significato di “buona educazione”).

E questo sarebbe il primo pensiero dell’anno ?
Sì, perchè questo è il periodo in cui ci si sbraccia per mostrare al mondo intero come siamo belli, buoni, bravi, felici altruisti e innamorati e poi, finito di pubblicare il selfie, il post melenso, la citazione di chi non si sa nemmeno, la foto del gran piatto che si sta mangiando o del super vino che potrebbe essere anche metanolo con l’etichetta docg, tanti nemmeno se ne accorgerebbe, ci si imbelvisce nel traffico isterico cittadino, si parla male dell’amica più figa, anche se sui social la amate tanto, odiate i parenti con cui brindate a tavola col sorriso, o trattate male vostra madre perchè i tortellini in brodo cui avete ordinato di cucinare per natale sono un po’ scotti … cazzo mamma, l’avevo comprati freschi stamattina, come cazzo l’hai cucinati ? Non sanno di nulla ! … quando voi non siete buoni a cucinare un ‘ovo al tegamino.

Io non sono meglio, o almeno non pretendo di esserlo. Solo che metto in pratica ciò che ho imparato crescendo e di cui sono certo del buon risultato : sto alla larga da chi mi mette malumore, da chi mi parla male degli altri, da chi fa le cose solo per fare, per apparire, ma senza bontà d’animo o sincerità, e evito per quanto mi è possibile la frequentazione di gente invadente e maleducata.
Sorrido sempre d’istinto come primo approccio perchè mi viene naturale così come mi è impossibile aprirlo nel mio viso a comando. Mi viene male, diventa una smorfia poco credibile. Meglio evitare.

Spesso ho dovuto ricredermi, nel senso che dopo un primo approccio in cui dentro di me risuonava l’espressione “mamma mia” le persone conosciute erano molto migliori di come apparivano in mezzo alla moltitudine. Ma ciò non fa altro che rafforzare la mia teoria : è il branco che fa forti le persone, le rende aggressive, maleducate, nascoste nella folla. Prese singolarmente sono spesso migliori.
Ed io è lì che cerco. Non in mezzo alla folla. Cerco dove la gente è migliore e se lo è davvero si vede subito. Quando è sola.

Tanto la vera indole dell’uomo e della donna, quelle alla lunga escono sempre fuori.
Chi fa le cose per fare si vede e si sente. Chi le fa col cuore pure.
E per fortuna qualcuno che si comporta con bontà d’animo e altruismo vero c’è sempre.
In forte minoranza ma c’è e come una perla rara in mezzo a tanti sassolini, si erge e si distingue.

Il Buon Anno voglio augurarlo anche io :

a chi mi vuole bene
a chi ha capito come sono fatto
a chi mi apprezza per quel che faccio, scrivo o dico
a chi è contento quando io sono contento
a chi sorride con naturalezza
a chi è capace di guardarsi dentro ed essere sincero, almeno con se stesso
a chi sa chiedere scusa, permesso, come stai
a chi sa ascoltare anche gli altri
a chi si sforza di capirli
a chi ti guarda negli occhi quando si confida sincero
a chi sa mettersi nei panni degli altri
a chi mantiene la parola data
a chi non vi delude mai
a chi conosce la sofferenza della malattia e non sa dove battere la testa
a chi ha perduto una persona cara
a chi prefersice la qualità alla quantità, la sostanza alla forma
a chi è sincero quando dice : ti voglio bene
a chi è sincero quando dice : se hai bisogno io ci sono

Buon Anno.
AC

La maleducazione gira in brancoultima modifica: 2018-01-02T10:54:24+01:00da
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