I Penzieri der Cassisa

Alba a Rio Marina

E mi tornano a mente quelle lunghe estati dei primi anni novanta che trascorrevamo tutti insieme all’Isola d’Elba nella casetta della mia amata Rio Marina. Estati che iniziavano a Maggio e finivano a Settembre. Eravamo un bel gruppo assortito da romani, spezzini, genovesi, pisani, piombinesi, milanesi, pratesi, torinesi, gli immancabili fiorentini, e rappresentanze minoritarie di città sparse per l’Italia come Alessandria, Vercelli, Cagliari, senza farci mancare amici oltreconfine, stranieri all’anagrafe ma riesi nel sangue, provenienti da Parigi. Sicuramente dimentico qualche città talmente tanti eravamo. Tutti perfettamente amalgamati ai ragazzi residenti che aspettavano tutto l’inverno che alla spicciolata giungessimo tutti per tornare a divertirsi tutti insieme. Gli abitanti di Rio Marina chiamavano noi che vi risiedevamo solo nei mesi caldi, i “Riesi di fòri”. Un po’ come una cittadinanza onoraria che ci concedevano sinceramente e volentieri.

Infiniti ricordi affollano la mia mente. I nostri genitori ci vedevano sfrecciare a tavola per poi incrociarci al mare, in gruppo, in costume di giorno, belli abbronzati, lucidi e pettinati la sera. Sempre sorridenti, sempre abbracciati, sempre in movimento, sempre innamorati.

La notte facevamo tardi. Che fosse in un qualche locale a ballare, bere ed ascoltare musica, che fosse in qualche spiaggia con un fuoco e una chitarra a contare le stelle che cadevano o in una casa di campagna a immaginare di vivere tutti insieme, come in una comune di amici per la pelle.

Tornavamo alle case a dormire che spesso era già giorno e prima era d’obbligo una sosta al panificio. Niente di più buono al mondo c’è di un bel pezzo di schiacciata appena sfornata da chi, dopo aver lavorato tutta la notte, si appresta a lasciare il loro frutto in mano a chi lo apprezzerà, e andare a riposarsi.

Il panificio era sotto casa mia, sulla via in discesa che portava giù al porto. Seduti sullo scalino del panettiere, mangiavamo avidi la schiacciata calda, ricordando a bocca piena le cose avvenute durante la notte. Qualcuno masticava a occhi chiusi e spesso i racconti terminavano con risate fragorose che rimbombavano nel silenzio dei vicoli alle prime luci del giorno.

Erano gli ultimi atti di una nottata che stava per finire. Eravamo pronti per andarcene a letto dandoci appuntamento al giorno dopo già iniziato, per andare tutti insieme al mare.

Mio padre amava pescare e si svegliava di buon mattino. Una sigaretta, il caffè, preparava la sua canna e andava sul porto a caccia di orate e fumare nel silenzio godendosi quella pace che agognava per tutto l’anno e che aveva trovato in questo paese.
Una mattina scese le scalette di casa. Noi stavamo facendo colazione con la nostra schiacciata calda e tutti insieme, vedendo mio padre, ci alzammo intonando in coro “buongiorno !”.

Ancora ho negli occhi l’espressione di mio padre che guardando l’orologio disse con mezzo sorriso, proseguendo con la sua canna in mano : “Buongiorno una sega, andate a letto vai !”.
Rispondemmo con una risata che pose fine allegramente alla nostra nottata.

Alba a Rio Marinaultima modifica: 2017-10-26T13:12:47+02:00da
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