I Penzieri der Cassisa

Come uscire da Facebook senza traumi

25 Gennaio 2017, una data da ricordare.

Una di quelle date da inserire immediatamente nella sezione “avvenimenti importanti di Facebook” insieme a date di fidanzamento, matrimoni, decessi di parenti o animali domestici, assunzioni in aziende importanti o alla nascita di un figlio. Insomma, il mio 25 gennaio 2017 entrerebbe di diritto nel calderone delle date da ricordare come quella data in cui son sortito da Facebook !

Porca miseria ! O come faccio adesso ad aggiornare la mia lista di avvenimenti importanti su Facebook se ne sono uscito ? Problemone eh ?

Eh si, perché ormai non ce ne rendiamo conto ma la rete, i social network, e Facebook in particolare, scandiscono ora per ora le nostre giornate così che quando ci accade qualsiasi tipo di cosa, da quella importante a quella di poco conto, il primissimo pensiero che ci balena in testa è quello di condividere subito su Facebook. Ancora prima di telefonare a casa e dare la bella notizia magari a chi l’ha sofferta e attesa quanto te, insieme a te, no, provvediamo a scriverlo, postarlo immediatamente su Facebook.

Tutto ciò non mi piace. Non facevo parte di questo genere di persone. Non condividevo qualsiasi cosa prima ancora di avere abbracciato mia moglie, fatto i complimenti a mio figlio o pianto insieme a mia madre, però non mi sentivo più a mio agio in una rete virtuale così coinvolgente ma lontana dal mio modo di essere.

Intendiamoci, non sono qui a fare lo scandalizzato, l’asociale o lo snob che si ritiene superiore a chi ragiona in maniera differente da me, ma il punto è proprio questo : ragiono in maniera differente e giusta o sbagliata che sia è la mia, quindi ho deciso di dire basta ed uscire da questo carrozzone luccicante ma sempre più vuoto.

Ho usato moltissimo Facebook. Ne facevo parte da quasi dieci anni e ho impiegato tutto questo tempo nella speranza potesse dare sfogo al mio irrefrenabile desiderio di conoscere, scrivere, discutere col mondo e annotare le reazioni della gente. Ho scritto note, pensieri, poesie (la maggior parte delle quali presenti, nelle varie categorie, in questo blog, il mio primo amore mai abbandonato), giocato con immagini e pubblicizzato mie pubblicazioni oltre che condiviso miei articoli, sportivi e non, che girano per la rete in diversi siti. Ma alla fine della fiera poco o nulla mi è tornato indietro.

Mi sono tristemente reso conto che parallelamente al desiderio irrefrenabile di pubblicare e condividere qualsiasi cosa ci sia uno speculare disinteresse totale nei confronti di ciò che pubblichi da parte di chi lo dovrebbe cogliere, secondo te, con il tuo eguale entusiasmo.

Certo, nel mucchio c’è anche chi legge con interesse ciò che proponi, chi scambia volentieri idee e opinioni con il tuo punto di vista e anche chi li aspetta come quasi un piacevole appuntamento fisso, ma nel tempo tutto si affievolisce e dalla curiosità, l’apprezzamento e lo stimolo positivo, si passa alla noia, indifferenza e spesso anche fastidio.
Questo è ciò che io ho piano piano sempre più percepito.
In parole povere alla gente non gliene frega un cazzo di ciò che con entusiasmo scrivi e se poi ciò che fai (non è il mio caso, sarei presuntuoso) lo fai bene, allora al disinteresse si aggiunge un pelo di invidia che non manca mai.
Dal desiderio di condividere si è passati velocemente al desiderio di farlo “prima di tutti“. I consensi derivano più da chi fa parte del tuo giro (se fai parte di un giro) e se ne sei fuori, resti fuori. Nessuno si compromette nemmeno con un “like” se ciò può far storcere il naso al resto della cerchia. [LEGGI QUI per il mio pensiero in  fatto di “giri giusti”].

Per non parlare della presunta pubblicità che dice essere in grado di portare Facebook alla tua attività lavorativa. Tutto collegato al discorso della cerchia di cui sopra con un pizzico della solita invidia. Se vuoi pubblicizzare il tuo lavoro o le tue opere d’arte su Facebook vai poco lontano. La gente è strana ed è più facile trovare consensi tra chi non conosce troppe cose private di te e apprezza senza pregiudizi o influenze esterne le tue cose. E’ un dato di fatto.

E io non gradisco più. Se il confronto viene meno, se ciò che proponi non stimola più alcun dibattito sano ma al massimo scade nel becero etichettare, nella sterile polemica di superficie o nel rumoroso disinteresse di chi ha più fastidio del fatto che tu scriva piuttosto che di cosa tu scriva, allora la mia presenza su Facebook non ha più senso. Tanto vale, se non deve esserci contraddittorio, scrivere su un blog dove legge solo chi ne ha voglia, curiosità, e ne prova interesse, salvo poi, al termine della lettura, farsi una sua idea e decidere se in futuro varrà la pena leggere ancora o lasciar perdere. Mi sembra la miglior cosa. In un blog, anche se gradito, non si sente la necessità di commentare o cliccare sul semplicissimo e poco compromettente “mi piace” e quando giunge il commento fa ancora più piacere, perché raro.

La misura era colma e dopo tanto tempo dedicato con piacere a condividere le mie cose, ieri, 25 Gennaio 2017, sono uscito da Facebook.
Ho disattivato l’account, non esisto più, salvo la possibilità, se mai ne sentirò il bisogno in futuro, di rientrare riattivando il mio profilo. Possibilità che mi sento di escludere già da oggi, dato che solo dopo un giorno mi sento estremamente soddisfatto per quella che appare una decisione di poco conto ma che invece, proprio perchè il 90% delle persone non trova il coraggio di farlo, di poco conto non è.
Mi lascio la possibilità di rientrare principalmente per un motivo : per entrare ed eliminare definitivamente e irrevocabilmente il mio profilo.

Da oggi ricomincio a scrivere qua sopra con più costanza ma con la certezza che chi è arrivato a leggere fino in fondo, anche fossero due sole persone, lo hanno fatto perché sinceramente interessati. E se vorranno lasciare un commento per me avrà un sapore più dolce del “mi piace” che riscuotevo.

Ahhh beneeee

Salva

Come uscire da Facebook senza traumiultima modifica: 2017-01-26T09:54:20+01:00da
Reposta per primo quest’articolo