I Penzieri der Cassisa

C’era una volta la Capraia [keep calm & andiamo a totani]

C’era una volta la Capraia,
quell’isoletta nell’arcipelago toscano dove il mio amico non era mai stato. Lui era fissato con l’isola d’elba, ci andava tutti gli anni da sempre e non c’era verso di fargli capire che anche la Capraia meritava una visita. Non so perché, forse gliel’aveva detto qualcuno, ma lui s’era convinto che fosse un minuscolo scoglio ruvido, senza spiagge e con un’unica strada in salita che dopo che l’hai fatta due volte ti sei bell’è che stufato. Con due figli, poi, già si vedeva perso tra le lamentele di chi, abituato a spiagge morbide e affollate, pizzerie in ogni dove e giostre rumorose, in un posto quantomeno tranquillo si sarebbe annoiato.
Tempo fa a cena gli dissi che a novembre tutti gli anni in capraia c’è la Sagra del Totano e che sarebbe stata una buona occasione, per lui che ama mangiare il pesce, per staccare due giorni dal lavoro e trascorrerli in capraia con la famiglia e mangiare anche del totano fresco. Lui sempre dubbioso, pensava a chissà quale brutto tempo avrebbe trovato; in un’isola poi, si sa, tira sempre vento, fa freddo, c’è il mare mosso e dove si sarebbe rintanato se un temporale lo avrebbe sorpreso sul posto ? La moglie che la Capraia la conosceva bene per esserci stata da bambina più volte con la mamma  e le sue amichette lo prese per la gola prospettandogli un week end a base di pesce e di vino rosè accompagnato da qualche bella camminata per i sentieri di cui l’isola non era seconda a nessuno.  Incredibilmente il mio amico si lasciò convincere e prenotò per tempo una stanza in uno dei due alberghi presenti in Capraia, il Saracino, quello in paese, nella parte alta che ancora aveva qualche posto libero ma che ben presto avrebbe fatto il tutto esaurito.
La sagra si svolgeva il primo e il due novembre e le previsioni, giunti in prossimità della data, davano solo, mare calmo e bel tempo. La nave partiva da Livorno e trovato un parcheggio in zona, uno zaino per uno, lui, la moglie e i due bimbi, si incamminarono a fare il biglietto. Stupore quando videro una gran coda tutti in fila allo sportello della Toremar. Andavano tutti in capraia ? Tutti alla sagra del Totano ? Vuoi vedere che aveva ragione chi gli diceva che sarebbe stata una bella manifestazione ?
La nave fu costretta  a partire con mezz’ora di ritardo per permettere a tutti quelli che erano in coda, di salire, e dopo tre ore di mare calmo, assistendo al tramonto, il mio amico giunse per la prima volta nella sua vita in Capraia. Sarà che lui amava il mare, sarà che veniva da un periodo difficile, sarà che sceso dalla nave fu accolto dalla gente del posto felice di veder sbarcare i primi ospiti, il fatto è che la cosa iniziava a piacergli molto.
L’ho incontrato il lunedì dopo la sagra, sapevo che ci era stato e io, che non ero potuto andare, gli chiesi come era andata.
Un fiume in piena mi travolse tanto fu l’entusiasmo con cui mi raccontò i due giorni trascorsi sull’isola in cui lui e la sua famiglia poterono assaporare totani in tutte le salse : dal mitico cartoccio di fritto di Nonno Beppe, alla parmigiana di Totani del Saracino, fino alla “spadellata“, passando per totani con i broccoli e con le patate. Tra un manicaretto e l’altro si divertirono a riconoscere le piante profumate che crescono ovunque e che sua moglie si ricordava; camminarono fino agli scogli sotto il forte da cui da piccola si tuffava con i suoi amici, trattenendo a stento i bimbi che assolutamente volevano approfittare del sole e del caldo per tuffarsi in mare il due di novembre. Camminarono poi fino all‘ex carcere che una volta era attivo in Capraia e che accese la fantasia dei ragazzi che provavano a immaginare i galeotti segregati in un posto così paradossalmente bello e dal quale si godeva di una incredibile vista sul mare. Fecero una miriade di fotografie con l’entusiasmo di chi non vuole assolutamente perdere le sensazioni che ogni vicolo della Capraia sa regalare e raccolsero dei rametti di aloe e foglie di cactus per esportare nel loro giardino un pezzetto di verde di capraia. Scesi dal traghetto, diretti alla macchina sulla via del ritorno, era buffo sentire i ragazzi con indosso la maglia tipica della sagra, organizzarsi per partecipare l’anno prossimo anche loro alla gara di pesca al totano, scegliendo già le canne adatte allo scopo.
Felice mi resi conto di quanti pregiudizi era riuscito a superare e di come li aveva sostituiti così rapidamente con il grande entusiasmo che deriva dallo stupore di una cosa bella e inaspettata.

C’era una volta la Capraia [keep calm & andiamo a totani]ultima modifica: 2014-11-07T13:10:44+01:00da
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