I Penzieri der Cassisa

ma il calcio emoziona ancora ? credo di sì.

Sollecitato dall’amico Andrea Orsini, che ben consapevole della mia avversità nei confronti delle catene che iniziano con i ringraziamenti per la “nomina” ricevuta e terminano con una “nomina” affidata, ha deciso di chiamarmi in causa lo stesso, ma io non ce la faccio proprio, è più forte di me. Ma siccome non si tratta di libri, film o gusti musicali, nei quali la gente si sbizzarrisce con le più azzardate compilation, ma di calciatori che negli anni hanno avuto il potere di emozionarmi, e siccome ce ne sono stati tanti, camuffo la catena, non ringrazio Andrea per la nomina ma accolgo il suo invito a dire la mia, dopo aver letto con piacere le sue scelte, e vi racconto volentieri quali sono stati i giocatori che da bimbetto fino a oggi m’hanno regalato delle belle emozioni, ma lo faccio qui, in casa mia, a bassa voce, come se fossimo a ceccia davanti a una birra a sfogliare vecchie gazzette scolorite e vecchi guerini.

  1. Di sicuro, senza alcun dubbio, al primissimo posto incontrastato, lui, Brunetto Conti de Nettuno. E’ stato il primo giocatore che mi ha entusiasmato prima ancora che tornasse dalla Spagna con la coppa del mondo e che meravigliasse il mondo intero con le sue discese sulla fascia. Mi innamorai del numero 7 che ho indossato ogni volta che ho potuto e se l’allenatore mi mandava in panca, allora volevo il 16 (magra consolazione). 80.000 per lui all’olimpico il giorno della sua partita di addio al calcio … 80.000 … più della finale di coppa uefa giocata il giorno prima.
  2. Legato a lui, alla Maggica Roma degli anni 80 che ho avuto la fortuna di veder giocare dal vivo, ci sono dei calciatori indimenticabili come Paulo Roberto Falcao o il compianto Ago Di Bartolomei e il bomber Pruzzo (che tifavo sfegatatamente Roma si capisce ?)
  3. Il Mondiale ’82 vinto in Spagna, che seguii, partita dopo partita, còl mì caro Babbo che dopo ogni vittoria ci caricava tutti sulla Fiat Ritmo bianca e ci portava a sbandierare in centro a Pisa in mezzo ai caroselli, mi porta alla mente l’unica formazione che conosco a memoria zoffgentilecabriniorialicollovatiscireacontitardellirossiantognonigraziani come fosse una poesia imparata a forza a scuola e le cui immagini mi provocano la pelle d’oca e i lucciòni all’occhi ogni volta che le vedo, con la voce di Nando Martellini ad accompagnarle.
  4. Roberto Baggio e Francesco Totti li metto insieme senza paragonarli. Qui si parla di emozioni che mi hanno regalato e questi due sono stati per me i due giocatori più forti italiani di sempre. Forti dentro e fuori dal campo senza guardare il colore della maglia (sennò baggio l’avevo bell’è votato !). Goal strepitosi a raffica e mai un atteggiamento fuori posto ( si vabbè, uno scaracchio in ghigna a un danese del cazzo ci pòle sta’, una zampata ner culo a balotelli pure, sicchè …)
  5. Roberto Mancini quand’era alla Samp per me era stratosferico. Accanto a lui poteva fare venti gò anche Cantoro, figuriamoci Vialli o Montella. Uno di quei giocatori che quando smettono ti dispiace.  A fianco del Mancio ci infilo il grandissimo Zola … che piacere vederlo giocare.
  6. Sebino Nela. Quell’orco con la maglia giallorossa numero 2 che se non ti fermava con le buone, lo faceva con le cattive. Mi esaltava la sua forza fisica e ricordo un coro della curva sud allo stadio olimpico che diceva : “spezzaje spezzaje le gambe, oh sebino spezzaje le gambe !” riferito a Paolo Di Canio, l’irriverente ala destra laziale che faceva lo scemo ma con sebino ci trovava duro.
  7. Diego Armando Maradona. Il giocatore più forte di tutti i tempi che ho avuto la fortuna di veder giocare dal vivo. Quello che faceva lui con la palla tra i piedi non l’ho mai visto fare a nessuno … altro che messi, cr7, balotelli e tutta questa massa di fenomeni scarsi pompati dalle pubblicità. Si è vero che era di fòri come i terrazzi ma in campo non ce n’era per nessuno e vinceva scudetti e mondiali  da solo.
  8. Gli anni 80, i migliori per me, hanno regalato fior fiori di campioni veri e se sfoglio un guerin sportivo qualsiasi, di giocatori che mi hanno emozionato ne trovo cinquanta, sicchè passo al mio grande amore : il Pisa di Romeo per me significa prima di tutti Klaus Berggreen. Quel giocatore con i baffi che correva come un pazzo dal primo all’ultimo minuto e che con la sua maglia strappata, ancora una volta numero 7, è diventato un’icona anche per chi non l’ha conosciuto. Ricordo il primo commento di mì pà, seduti in gradinata, la prima volta che lo vide giocare : “Oh ! Luilì ‘un c’arriva mìa alla fine della partita se continua a corre’ così !“. Emozione grossa quella provata di recente quando Klaus, invitato a Pisa, ha incontrato noi vecchi tifosi concedendoci una bella chiacchierata e cenando poi con noi.
  9. Baldieri, Casale, Simeone, Piovanelli, Dunga, Alessandro Mannini, Eddy Baggio, Gerry Cavallo, Andreotti, Niccolini,   fino al trio delle meraviglie, CerciCastilloKutuzov, sono alcuni dei nomi nerazzurri più significativi per me
  10. ultima ma non ultima, fuori classifica, una coppia di amici che di emozioni me ne hanno regalate tante sia in campo che fuori. Due Argentini dal cuore grande che per me hanno significato ben oltre la fascia da capitano o la maglia numero 16 : Gabriel Raimondi e Luciano Zavagno.

Alla fine c’ho preso gusto e se ci ripenso un altro po’ di nomi me ne viene fuori una marea (maldini, gullit, van basten, bettega, de rossi, beppe signori, franco baresi … ). Tutto questo però acuisce la tristezza nel vedere come è cambiato e cosa è diventato il calcio  moderno.

Meno male che c’è il Pisa di Braglia che continua a regalarci tante tante emozioni di domenica in … sabato, o venerdì .. o lunedì … mavaff

 

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ma il calcio emoziona ancora ? credo di sì.ultima modifica: 2014-09-23T23:12:53+02:00da
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