I Penzieri der Cassisa

Fra le donne ma non beato

Amoreee !! svegliaaa ! è l’ora di alzarsi !
sì sì sì !! mi alzo !
Cazzo come odio la vocina di mia moglie che, nell’orecchio tutte le mattine, mi sussurra queste paroline dolci. Dolci per lei, ma io non le sopporto. Mi entrano nell’orecchio piano piano per esplodere nel timpano, trapassandomi il cervello e dilaniandomi il sistema nervoso.
Sarà forse una reazione esagerata, ma il mio cervello, nel momento in cui, attraverso l’orecchio, percepisce quel suono, trasforma la vocina di mia moglie in quella un po’ più materna di mia madre (più materna di così !) e mi riporta ai tempi dell’università, quando ogni mattina mi svegliava in questo modo, rovinandomi la giornata ancor prima di cominciarla.
Non sopporto le donne che parlano bisbigliando. Lo fanno in buona fede, pensando di essere più sensuali, invece mi risultano irritanti.
Faccio colazione  velocemente, già nervoso di mattinata, dando la colpa del mio ghigno scuro alla stanchezza, sicuro che non capirebbe mai se le spiegassi che svegliandomi in quel modo tutte le mattine, alla fine mi manda al manicomio … anzi, si offenderebbe.
E se c’è una cosa peggiore della moglie che ti bisbiglia nelle orecchie, è la moglie offesa.
Così esco incazzato, vado verso la macchina e mi accorgo che la deficiente del condominio vicino, come al solito, ha parcheggiato a 1 cm dal mio paraurti posteriore.
Che faccio ? Gliela spacco ? Metto la retromarcia e ci monto sopra ?
Lascio perdere. Non sono un vandalo e la tipa è senza speranza :
Ho  provato a spiegarle che quando posteggia dietro di me basterebbe che si fermasse 20 cm prima del mio paraurti, ma la sua espressione è sempre una via di mezzo tra l’addormentata e la sospettosa.
In pratica:  non capisce quello che le dico ma teme che sia una fregatura, così, nel dubbio, sproloquia a vanvera che lei posteggia dove le pare, che io non sono un vigile e che i paraurti sono stati inventati apposta per parare gli urti.
Così mi rassegno, salgo in auto e dopo 50 manovre riesco ad uscire.
Mi dirigo verso l’ufficio, accendo la radio … è novembre …  no no … per l’amor di Dio, mi ci manca solo Giusi Ferrero stamani … no davvero ! Metto Radio Rai : meglio le notizie di cronaca nera che sentire cantare quella là.
Mi suona il telefono. Rispondo. E’ mia moglie che chiama per dirmi che mi sono dimenticato il pranzo a casa.
… dimenticato … diciamo che l’ho lasciato lì quando ho visto lo sforzo che ha fatto nel riempire i contenitori con gli avanzi di ieri … dalli al gatto quelli ! …
Vabbè cara, pazienza. Mangerò un panino al volo. Non posso certo tornate indietro !
Arrivo alla rotonda, un’auto sulla corsia esterna, girando, mi taglia la strada. Inchiodo i freni e suono il clacson. Mi cade il telefono di mano.
dal finestrino dell’auto pirata esce un dito medio tutto proteso, ingioiellato e smaltato di rosso … che finezza !!
La tipa di fronte, tutta convinta di avere ragione, sbraita attraverso lo specchietto mentre io, rimpiangendo il vecchio caro incrocio, la mando a cacare e recupero il mio telefono.
Mia moglie mi chiede che cosa stia succedendo proprio quando una vigilessa con la paletta rossa, mi invita ad accostare.
No  … cazzo … la vigilessa no !
Impossibile convincerla a non multarmi e oltre a quello, altri 5 punti dalla patente.
Mentre scrive il verbale il telefono continua a squillare. Mia moglie non comprende che non sono in grado di rispondere e insiste a stordirmi con la suoneria del cellulare.
La vigilessa sogghigna mentre scrive.
Non ho mai capito il perché dell’assoluta insensibilità inflessibilità delle vigilesse. A loro non si scappa, non chiudono mai un occhio e guai a rispondere male perché altrimenti sì che si inacidiscono sul serio. La loro sembra una crociata contro il male e se sei uomo ti multa senza pietà, ma se sei donna, e magari anche carina … ti rovina col sorriso !
Arrivo tardi in ufficio. Entro col foglietto rosa della contravvenzione in mano, come fosse la mia giustificazione, firmata dai genitori, per il ritardo.
Cammino in punta di piedi nella speranza che nessuno si accorga del mio arrivo , quando sento che il telefono della mia stanza squilla senza tregua. Mi tuffo per rispondere. Mi cade la cornetta. La raccolgo.
— pronto ?
— è mezz’ora che la sto cercando ! le sembra questa l’ora di arrivare al lavoro ? con tutte le cose che ha da fare !!
… la direttrice imbelvita, grida al telefono . Allontano  la cornetta dall’orecchio, mi appoggio allo schienale e prego Dio che mi faccia arrivare rapidamente a fine giornata …
— mi scusi. Ha  ragione ma …
— niente ma ! si metta al lavoro e stasera non smonta fino a quando non ha smaltito tutte le pratiche !!
— ma è il lavoro di una settimana !
— certo … al suo ritmo sì ! ma oggi lei lavorerà sodo e finirà tutto !!
e sbatte giù la cornetta.
Avvilito mi dirigo verso lo stanzino dove è collocato il distributore automatico. Mi serve  un caffè subito
Signole ? Signole ?
non può entlale. Ho appena pulito  pel tella !!
Ma che cazz …
È la cameriera filippina, ha un viso schiacciato, un grembiule a righe, un vassoio sotto il braccio.
E’ l’ultima donna di questa storia.

 

Fra le donne ma non beatoultima modifica: 2010-04-26T07:40:46+02:00da
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